Tampografia  

La tampografia o stampa a tampone può essere vista come una combinazione di metodi utilizzati nella serigrafia e nella rotocalco che insieme hanno originato un nuovo sistema. Inizialmente esistevano lastre di rame su cui venivano incise immagini, con un metodo molto simile al processo della fotoincisione. Nel corso dei secoli sono cambiati materiali e metodi, ma il principio cardine è sempre lo stesso: su una lastra (cliché) vengono incise delle cavità con la forma da stampare, le quali vengono poi riempite con l'inchiostro; quindi viene pressato su queste cavità inchiostrate uno stampo di gomma siliconica (il tampone) che "preleva" il colore dalle parti incise; a questo punto il tampone viene pressato sull'oggetto da stampare e vi trasferisce l'inchiostro. Per chiarezza si può suddividere in una serie di fasi:
  1. Su un cliché (metallico o polimerico) viene incisa un'immagine, ed il cliché viene montato sulla macchina tampografica.
  2. La superficie del cliché viene inchiostrata e poi ripulita.
  3. Un tampone (oggi in gomma siliconica) viene premuto contro il cliché e "raccoglie" l'inchiostro "sagomato".
  4. Il tampone viene spostato sull'oggetto da stampare e viene premuto contro di esso fino ad adattarsi alla superficie.
  5. Il tampone viene rimosso dall'oggetto rilasciando l'inchiostro sulla superficie di esso.

Con apparecchiature adeguate, si possono riprodurre simultaneamente più immagini e su diversi lati di un oggetto, anche ad altezze differenti, su superfici inclinate o verticali. Alcune aziende producono tamponi per stampare su superfici a 180°.
Eseguiamo lavorazioni conto terzi, sia per tirature limitate che grandi quantità.